È una doppia risorsa, ed entrambe fortemente identitarie, quella su cui l’Area vasta di Arezzo può contare per affermarsi e continuare il percorso della ripresa post-covid: l’operosità dei propri cittadini e la bellezza dei propri luoghi. È su questo assunto che alla tradizionale vocazione manifatturiera, caratterizzatasi in particolare negli ultimi settanta anni per lo sviluppo del settore orafo, è stata affiancata una nuova strategia che punta sul turismo inteso come concreto volano e grande leva di crescita. Oggi Arezzo, con il suo +81% di presenze, è ormai una meta consolidata a livello nazionale e internazionale per i grandi flussi turistici potendo peraltro contare su un suo brand riconoscibile nel mondo. Parimenti, i settori tradizionali, pur toccati dalla crisi economica e profondamente segnati dalla “scomparsa” della banca del territorio, hanno potuto beneficiare di azioni di contenimento della fiscalità municipale, facilitazioni per tenere aperte attività economiche in realtà difficili, sostegni importanti a seguito delle conseguenze della pandemia: tutti provvedimenti messi in atto dalle Amministrazione Comunale e che hanno consentito un ragionevole recupero di fiducia, supporto fondamentale e necessario per il rilancio.
Il settore orafo, ancora oggi portante, conta oltre 1.100 imprese e dà lavoro a circa 7.500 addetti. E, come confermato dalla recente indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita, la provincia di Arezzo risulta prima in classifica nel rapporto tra esportazioni di beni complessivi verso l’estero e valore aggiunto, a riprova della grande vitalità del territorio.
L’area dell’aretino è bella, è ricca di storia e di talenti: non ne siamo stati pienamente consapevoli fino a quando non è stato aperto lo “scrigno” custodito nella sua anima più intima. Un tesoro che le consente di vantare ancora un’altra peculiarità, quella legata alla cultura, anch’essa intesa come volano di crescita, occasione di coesione sociale e opportunità di ricchezza educativa. L’Aretino ha raggiunto un ottimo risultato in termini di sviluppo e crescita legati proprio alla cultura. Secondo l’ultimo Rapporto della Fondazione Symbola, che ogni anno fotografa il sistema produttivo culturale e creativo dell’economia locale, Arezzo è al quarto posto in Italia con un’incidenza del 7,6% sul valore aggiunto dietro città come Milano, Roma e Torino, e davanti a tutte le altre province della Toscana. E va ancora meglio, se guardiamo il dato relativo all’occupazione, che la vede seconda solo a Milano con un’incidenza pari al 9%.
Per dare concretezza a questo nuovo progetto di Città, dove tradizione e innovazione si combinano in un equilibrio armonico ed efficace, sono oggi operative tre fondazioni, emanazione del Comune di Arezzo, per il turismo, per la cultura, per il welfare, in grado di programmarne con efficacia il futuro.
Un futuro che passa anche da un nuovo disegno di Città, la cui parole chiave è “ricucitura” del centro con la periferia tenendo conto che una Città è un sistema armonico di “luoghi” e “servizi”. Le mutate condizioni economiche hanno spinto l’Amministrazione ad intraprendere un complesso percorso di revisione degli strumenti urbanistici. Oggi abbiamo un nuovo piano operativo che ha una precisa identità: limitazione del consumo di nuovo suolo, riuso e recupero del patrimonio edilizio esistente, tutela delle realtà rurali, semplificazione e flessibilità.
Grande attenzione è riservata poi alle politiche ambientali. Arezzo può dirsi Città “green” grazie a politiche mirate nella gestione dei rifiuti, nello “zero spreco” e nel raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata. Consapevoli della centralità di queste politiche molte sono state le azioni anche educative e le iniziative di tutela e controllo ambientale. L’eccellenza di Arezzo nel settore delle sostenibilità ambientali ed energetiche è dovuta anche ad AISA IMPIANTI, società di cui il Comune è socio di controllo, proprietaria e gestore dell’impianto di recupero integrale di rifiuti di San Zeno, in cui la parte combustibile del rifiuto indifferenziato raccolto sul territorio comunale viene trasformato in energia elettrica e termica generando non derivata da combustibili fossili.
Adesso la città e la sua area vasta si preparano alla sfida e alle opportunità di crescita, sviluppo e trasformazione rappresentate dal PNRR. Tre nuove scuole, il “Terzo Luogo” – ovvero il progetto di riqualificazione urbana dell’area occupata dai magazzini ferroviari e attualmente dismessa destinata ad ospitare la new public library – la riqualificazione dell’area ex Caserma Cadorna, quella del Parco Il Pionta, e quella del parcheggio multipiano “Baldaccio” e dell’area circostante destinati alla nuova Casa della Salute in accordo con la USL Toscana sud-est: sono questi i progetti più significativi per la Città di domani.
È il momento di allargare la prospettiva e lavorare insieme ai Comuni dell’area aretina per fare squadra e cogliere le opportunità del PNRR e dei fondi del nuovo ciclo di programmazione 21-27. Per questo sta iniziando un percorso di Pianificazione Strategica di Area vasta, con il coinvolgimento dei Comuni ma anche della Provincia e gli stakeholder del territorio.