Negli ultimi 10 anni Parma ha scelto di agire unendo tutte le sue anime, da quella istituzionale e politica a quella imprenditoriale, economica e associativa, dalle forze vive che animano i quartieri e i borghi alle numerose attività legate al terzo settore, allo sviluppo e al servizio della persona, dello sport e del turismo. Lo abbiamo fatto secondo questo motto: se Parma fa squadra non la batte nessuno.
Le sfide che abbiamo affrontato sono ancora aperte, ci traghetteranno nell’epoca nuova se saremo in grado di mantenerci saldi all’obiettivo: restare al passo con la crescita e lo sviluppo delle più grandi città d’Europa e dimostrare che Parma non è un’isola indipendente in mezzo al mare, ma un vivace centro culturale pronto a imprimere sviluppo e impresa, turismo e lavoro, trasformazione e innovazione. Abbiamo affrontato le sfide pensando di garantire ai cittadini sempre un’alta qualità della vita e della vivibilità, perché il progresso non è soltanto tecnologico o infrastrutturale, ma umano, ambientale e sociale: vivere in una città che mantiene alto lo standard di vita e dei servizi alla persona significa governare il cambiamento e mai subirlo.
Una città, infatti, non è data solo dai suoi confini ma dai suoi obiettivi: come città e come istituzioni ci siamo impegnati al fine di far rivivere e rigenerare gli spazi già esistenti senza aggiungere nuova cementificazione. La rigenerazione urbana ed eco-sostenibile che da alcuni anni ha avviato Parma guarda al progresso e all’innovazione, strappa dal disuso luoghi che il tempo ha destinato al degrado sì da mantenere Parma in espansione culturale all’interno della sua dimensione locale. Abbiamo anche raccolto la grande sfida ambientale, che sta interessando movimenti culturali e mobilita numerose piazze. Qualcuno dirà: alle sfide ambientali ci penseranno i capi di governo e gli Stati, ma è sbagliato: la dimensione ambientale è lo spazio entro cui esistono e prosperano le nostre città. Per questo abbiamo avviato un percorso di transizione ecologica in ogni ambito della vita: nell’architettura, nella trasformazione urbana e dell’energia, nei servizi al cittadino e nei trasporti, nell’educazione e anche nell’istruzione, senza mai rinunciare allo sviluppo e alla crescita delle grandi infrastrutture che collegano Parma al mondo e il mondo a Parma. Un altro tassello molto importante è quello della cultura. Una parola difficile da racchiudere in un solo significato. Nei due anni che ci hanno visto Capitale Italiana ci siamo resi conto che possedere oggetti preziosi o “produrre eventi” di pregio non significa “avere cultura”. Cultura è la capacità di comprendere la vita, il luogo che abitiamo, il rapporto umano con le altre persone. È sbagliato dire “fare cultura”, se vogliamo intendere una città a vocazione culturale: è un modo di dire di chi insegue un falso mito. La cultura non può essere ridotta a un giro di valzer o a una somma di eventi, perché non è uno svago. Parma ha lavorato per essere espressione culturale del Paese, ed essere stati Capitali della Cultura, oltreché un privilegio, è significato scendere nel cuore di Parma per portare in superficie il suo enorme potenziale e la sua vitalità.
In 10 anni, quindi, abbiamo scelto un percorso per Parma che mirasse al progresso e all’innovazione: migliorare la qualità della vita mantenendo alti i servizi alla persona; puntare alla transizione ecologica come tutela e rilancio della qualità ambientale, della vivibilità dei quartieri e degli spazi urbani lasciati al degrado; puntare sulle infrastrutture che collegano Parma al resto d’Italia e del mondo; potenziare l’offerta turistica e culturale della città; garantire uno sviluppo territoriale che tutelasse l’immagine di Parma come città a misura d’uomo. La strada tracciata negli ultimi 10 anni è un percorso che non può dirsi concluso, ma siamo convinti che la città sarà capace di continuare lungo il cammino dello sviluppo, della crescita e del progresso.