Di fronte ai dilaganti effetti dei cambiamenti climatici, le città medie possono contribuire in modo straordinario agli sforzi globali di mitigazione e adattamento. È quel che emerge dallo studio appena pubblicato da UN-Habitat “Intermediary Cities and Climate Change: An Opportunity for Sustainable Development”.
Nei paesi in via di sviluppo i centri urbani con un numero di abitanti compreso tra 50.000 e 1 milione si stanno trasformando: molti sono in rapida espansione e, se fossero messe subito in campo azioni adeguate, si potrebbe assistere a una transizione verde e a una crescita sostenibile.
Le città medie sono però spesso trascurate nelle politiche di sviluppo nazionali, regionali e locali; vista l’urgenza della sfida climatica – sottolinea lo studio – meritano maggiore attenzione. Queste città accolgono infatti un’ampia percentuale della popolazione urbana, maggiormente esposta al rischio dei cambiamenti climatici. Nel 2020, nelle regioni meno sviluppate, il 58% della popolazione urbana viveva nelle città con meno di 1 milione di abitanti e fino al 2035 questa percentuale non scenderà sotto il 53%.
Il rapporto utilizza diverse tipologie di dati per comprendere meglio in che modo il cambiamento climatico influisca sulle città medie e in quale misura queste contribuiscano a generare emissioni di gas-serra. Lo studio indaga anche come gli shock climatici che colpiscono le aree rurali possano indirettamente influenzare le città medie a causa dell’interruzione dei sistemi alimentari e della migrazione dalle campagne alle città.
La comprensione di questi meccanismi è fondamentale per definire politiche più efficaci: servono poi adeguati meccanismi di finanziamento perché queste politiche possano incidere concretamente.