Il rapporto che qui presentiamo è stato realizzato prima dell’avvento del Covid-19, motivo per cui i dati riportati non rispecchiano le variazioni intervenute a seguito della crisi pandemica. Nonostante ciò, vogliamo richiamarne l’attenzione poiché la ricerca coglie in pieno il ruolo, la dimensione e la specificità del mondo delle Città Medie in Italia: il peso specifico, il potenziale economico, le vocazioni identitarie, il posizionamento di punta rispetto ad alcuni assi strategici di sviluppo (come, ad esempio, la qualità della vita e dell’ambiente e l’innovazione tecnologica) e l’eccellenza in termini di progetti e strategie. Una rappresentazione che evidentemente non ha alcuna pretesa di essere esaustiva né dei contesti territoriali né tantomeno dei temi che in essi sono presenti, ma è sicuramente indicativa del valore e del significato della realtà ampia e dinamica delle Città Medie.
Dallo studio emerge una realtà complessa e articolata che riveste una funzione cruciale di “nodo gestionale” di territori strategici sotto molti profili: economico e occupazionale, delle infrastrutture materiali e immateriali, del sistema della formazione e della ricerca, dell’identità storico-culturale e, last but not least, della sostenibilità e qualità della vita. Temi oggi al centro, non solo del dibattito come avvenuto spesso in passato, ma anche delle iniziative istituzionali politiche ed economiche avviate per la ricostruzione del nostro Paese.
Città definite anche città territorio poiché su di esse gravitano popolazioni e aree molto più ampie di quelle comprese nei propri confini. Agiscono, infatti, da nodi di connessione nel mercato regionale, in quanto punto di accesso per i piccoli e piccolissimi comuni a filiere produttive specializzate e a servizi governativi e non solo, in quanto queste città svolgono un importante ruolo di cerniera tra aree urbane e rurali e aprono, al contempo, un ponte con le vicine Città Metropolitane.
La volontà di fare da cassa di risonanza di questa realtà è la ragione che spinse la Consulta delle Città Medie e Pianificazione Strategica di ANCI a promuovere la redazione di questo rapporto, presentato a Parma in occasione della Prima Conferenza dei Sindaci delle Città Medie. A conclusione e sintesi del Road Show Città Medie, 6 tappe che hanno attraversato l’Italia (Arezzo, Sassari, Cosenza, Bergamo, Pavia, Cuneo) in un confronto aperto su alcuni dei principali vettori di sviluppo della rigenerazione urbana del nostro Paese: manifattura di qualità, sostenibilità, patrimonio immobiliare, innovazione tecnologica, università, turismo e enogastronomia.
Nel primo capitolo, di inquadramento generale, sono riportati i principali elementi distintivi di tutti i capoluoghi di provincia in Italia, con particolare riferimento agli aspetti legati al territorio, alle sue infrastrutture, alle caratteristiche della popolazione e dell’economia. I dati sono, inoltre, sempre messi a confronto con quelli corrispettivi relativi all’insieme delle città metropolitane. Un esempio per tutti: il rapporto posti letto su abitanti delle strutture ospedaliere premia le città capoluogo di provincia, con un valore di 8,8 posti letto ogni 1.000 residenti rispetto al 6,3 osservato nei capoluoghi di città metropolitana.
Nel secondo capitolo l’analisi degli investimenti locali punta a fornire un quadro delle potenzialità di investimento delle Città Medie italiane, con particolare riferimento alla disponibilità di risorse proprie o derivate. In secondo luogo, sono descritte le principali grandezze dei bilanci delle Città Medie, anche per ciò che riguarda gli effetti delle restrizioni finanziarie degli anni precedenti, poiché l’enfasi sulla creazione di condizioni finanziarie e procedurali più favorevoli per gli investimenti comunali non deve infatti oscurare l’attenzione sui vincoli di parte corrente.
Nel terzo capitolo si restituisce la raccolta di buone pratiche realizzata durante il Road Show Città Medie che portò in evidenza un capitale territoriale fatto sì di tanti interventi di qualità, ma soprattutto collocati in percorsi di pianificazione strategica in visioni di sviluppo e strategie per realizzarle, dove ciascuno di essi ne è parte integrante. E mostrò la capacità e il coraggio di queste città di sperimentare soluzioni nuove ai grandi problemi delle nostre comunità (dal traffico alle emissioni di gas serra, ai nuovi modelli di welfare, all’incentivazione all’imprenditoria, ecc.), con azioni di rigenerazione urbana intelligente. Da qui la scelta di intitolare questo capitolo Laboratorio Italia con una connotazione che ben rappresenta uno dei tanti caratteri distintivi delle Città Medie.
Ne è emerso un vero e proprio parco progetti Città Medie composto da 90 politiche, tra azioni, strategie e interventi e progetti realizzati o in essere in 20 città italiane
Il dossier offre una rappresentazione dell’Italia delle Città Medie: il peso specifico, il potenziale economico, le vocazioni identitarie, il posizionamento di punta rispetto ad alcuni assi produttivi (come ad esempio la sostenibilità, la qualità della vita e l’innovazione tecnologica) e l’eccellenza in termini di progetti e strategie. Una rappresentazione che evidentemente non ha alcuna pretesa di essere esaustiva né dei contesti territoriali né tantomeno dei temi che in essi sono presenti, ma è sicuramente indicativa del valore e del significato della realtà ampia e dinamica delle Città Medie.